Saturday 26 June 2010

In cerca di Veltha, ma va bene anche Fufluns

Caro Diario,
finalmente sono arrivato dove volevo arrivare, ossia in Alta Tuscia.
Mi ha dato l'ispirazione il mio amico Alex perché lui è partito per il New Messico in cerca di molte risposte e di almeno un New Messìa mentre io ho scelto il ritiro spirituale nei boschi fra Acquapendente e Orvieto dove brancolano bande di boy-scout e ghenghe di cacciatori e dove si aggirano in cerca di pace alcuni animali in via di estensione tipo caprioli e cinghiali nonché svariati dèi etruschi.
Ecco, magari uno potrebbe chiedere: "Cosa vai cercando da caprioli e cinghiali quando potevi startene a Parma nel cuore della Civiltà Occidentale a curare le public relations che tirano l'acqua al tuo mulino?"
Oppure, qualcun altro potrebbe domandare: "Perché hai buttato alle ortiche i disagevoli agi della vita all-conforts per fare tipo l'eremita e parlare con gli elementi e con gli dèi etruschi più chiacchieroni?"
Be', ognuno può stupirsi e meravigliarsi e fare "Ooooh" quanto vuole, ma in fondo quello che cerco è una cosa che se la trovo non è di danno per nessuno, perché quello che cerco non è oro o petrolio o ebano nella foresta pluviale, perché in fondo mi basta un segnale, un cenno qualsiasi, anche solo una strizzatina d'occhio che mi rassicuri sul fatto che un giorno il mondo si salverà e gli alberi avranno vinto la loro battaglia contro i palazzi, e io avrò trovato il modo di saltarci fuori pur restando dentro le mie convinzioni più convincenti, perché in fondo gira-che-ti-rigira sto cercando una cosa che mi sa proprio che si può chiamare in tanti modi ma è più chiaro a tutti se la si chiama semplicemente Amore.

(Da sinistra verso destra: Veltha, Fufluns e l'Amor che mòve il sol e l'altre stelle.)

Tuesday 15 June 2010

Là dove l'Umbria è Lazio, il Lazio è Toscana e la Toscana non si sa

Caro Diario,
sono stanco morto, così stanco morto che a volte mi sembra di essere più che stanco proprio morto del tutto.
Per cui mi sa che ho bisogno di staccare la spina e passare un po' di tempo dove il tempo è più rilassato e dove i minuti durano almeno 120 secondi, e quindi ho pensato di migrare in un posto (Acquapendente) lontano dai disagi della vita all-comforts perché tanto qui (Parma) non si cava un ragno dal buco perché ormai anche i ragni sono depressi e non escono più di casa, mentre ad Acquapendente mal che vada si abbracciano i cinghiali.
(Da sinistra verso a destra: sfrenata movida acquesiana all'ora dell'appetizer, giovani caprioli in cerca di uno spritz e pet therapy in salsa tuscia.)

Monday 14 June 2010

La marea nera e un sogno (forse) portafortuna

Caro Diario,
finora ero riuscito a non pensarci troppo perché ero troppo preso da certe altre preoccupazioni tipo il cercare lavoro senza trovarlo, ma da un po' ho cominciato a fare dei brutti sogni e in questi brutti sogni io mi credo un pellicano del Golfo del Messico che parla con un forte accento spagnolo e che si ritrova a sguazzare abbastanza disperatissimo nella macchia petrolifera della BP.
Insomma, è qualche giorno che mi è saltata addosso un'ansia da tagliare col coltello anche perché La Gente intorno a me non fa altro che parlare di cose tipo sventure e disastri di ogni genere, e si comincia a parlare pure della Fine del Mondo come se fosse un appuntamento che ormai abbiamo preso e quindi, insomma, non possiamo tirare il bidone all'Apocalisse, sennò poi l'Apocalisse va in bestia ancora di più e poi sì che sono casini tripli per tutti, cioè tsunami, tsunami, tsunami.
Ok, questo scenario da far tremar le iene e i polpi ha già prodotto un risultato perché di botto come d'incanto la mia voglia di trovare lavoro come Pettirosso Superstar o anche solo come Pettirosso Star è andata a farsi friggere, per cui non so, lo ammetto, al momento sono con un piede nella fossa del caos e non sono in grado di decidermi su nulla.
Nemmeno il mio traduttore onirico di fiducia riesce a saltarci fuori e i miei incubi non si traducono in numeri vincenti al superenalotto, ma se ne rimangono lì inutili, anzi dannosi, a incubare nuovi incubi, per cui non mi resta che coltivare la Speranza dei Disperati, cioè la speranza che i sogni belli portino sfiga e gli incubi portino molta, tanta, buona fortuna...

Saturday 12 June 2010

Il lavoro ai tempi della Slavitù

Caro Diario,
ultimamente sono parecchio nervoso perché i miei amici invece di aiutarmi a trovare lavoro mi danno delle dritte che non sono dritte per niente, ma storte belle e buone.
Uno ieri mi ha detto: "Forse non riesci a trovare lavoro perché il lavoro che cerchi lo stanno cercando in troppi" mentre un altro proprio stamattina mi fa: "Forse non riesci a trovare lavoro perché il lavoro che cerchi nemmeno esiste".
Perfino i miei authors si sono messi a fare dei discorsi strani e infatti li ho scoperti nel bel mezzo di uno dei loro soliti brain-storming che dicevano delle cose parecchio pericolose che mi riguardavano molto da vicino, perché stavano tipo prendendo in considerazione l'idea di farmi appendere il narcisismo al chiodo e farmi diventare un pettirosso qualsiasi che ha bisogno di lavorare e che è disposto a fare qualunque lavoro a qualunque condizione senza grilli per la testa.
Allora i miei authors hanno cominciato a buttare giù degli scenari futuri e questi scenari futuri erano degli scenari da tempi bui, anzi buissimi, tanto è vero che in uno di questi scenari mi facevano trovare lavoro come Slavo Apprendista in nero sottopagato eccetera eccetera, in un cantiere tipo Alta Velocità qui alle porte di Parma dove gli operai muoiono come mosche e le mosche muoiono come operai.
Allora io non ci ho visto più e sono entrato a gamba tesa nel loro brain-storming e ho fatto il diavolo a 4 e gli ho detto nei denti che a fare gli Slavi coi ceppi alle catene se vogliono ci vanno loro, e così hanno capito che io sono un pettirosso tutto d'un pezzo che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e allora mi hanno chiesto scusa e hanno detto che si sono fatti prendere la mano da tutte quelle storie sulla Crisi, la Concorrenza Cinese e quei discorsi tipo deprimenti che si fanno tutti i giorni sugli autobus del Paese.
Be', li ho scusati ma d'ora in poi partecipo anch'io ai loro brain-storming.
Non si sa mai.

(A sinistra: i Tempi Bui da cui veniamo. Al centro: i Tempi Buissimi verso cui andiamo. A destra: un pettirosso pronto ad affrontare le Forze del Male.)

Thursday 10 June 2010

Sono un pettirosso di spettacolo, non un pettirosso di scienza

Caro Diario,
da quando ho fatto sapere in giro che cerco lavoro tutti mi dicono sempre la stessa cosa, e cioè che se proprio voglio cercare lavoro allora farei bene a cercarlo molto lontano da casa, e cioè all'estero, dal momento che qui ormai c’è da uscire pazzi, perché c’è la Mafia, il Magna Magna, il Volemese Bbène, più i Manigoldi al Potere e il Popolo bue, più tutti quei problemi molto italiani che in Francia e in Australia non sanno nemmeno che roba sono.
In pratica tutti mi consigliano di fare il Cervello in Fuga perché pare che sia una gran figata e poi quando fai il Cervello in Fuga trovi subito dei lavori molto invidiabili e infatti vieni pagato un botto e ti puoi permettere cose dell'altro mondo tipo una casa in affitto e le bollette da pagare.
Sono sincero, mi piacerebbe tanto fare anch'io io Cervello in Fuga, ma non è così semplice come sembra, nel senso che per fare il Cervello in Fuga non basta un cervello qualunque perché ci vuole proprio un  cervello adeguato, diciamo un cervello atto alla fuga, e cioè un cervello da astrofisici o da genetisti o da ingegneri nucleari. Perché se invece hai un cervello qualunque o addirittura un cervello da pettirosso è chiaro che te ne puoi stare a casa, perché non ti vuole nessuno se hai un cervello da pettirosso, perché non c’è modo di far andare avanti le centrali nucleari o gli scudi spaziali o le ricerche sul genoma con gente che ha il cervello tipo il mio.
Non so, spero solo che la notte mi porti consiglio così domani mi sveglio e non mi eccito più a pensare a cose come microscopi e becchi di Bunsen.
(A sinistra: esempio di Cervello in Fuga. A destra: esempio di Cervello Fuggito.)


Monday 7 June 2010

The Call of the Wild (West)

Caro Diario,
avevo chiesto a Irene di trovarmi un’entratura parecchio entrante dalle parti di Los Angeles perché lei da quelle parti è proprio di casa e conosce mezza California del Sud, e io mi riferivo a un’entratura in posti tipo grandi tivù via cavo o giornaloni pazzeschi come il Los Angeles Times ma lei ha avuto un'idea ancora più bella.
In pratica Irene mi ha consigliato vivamente di lasciar perdere i Comics o altre cose no-profit tipo Cartoni Alternativi (non si alza abbastanza grana) e di buttarmi a capofitto nel magico mondo dei Politics (il business del futuro), candidandomi a Governatore della California (ci sono le elezioni proprio in questi giorni).
Ecco devo dire che la cosa mi sconfinfera abbastanza perché se c'è un posto divertente dove fare il Governatore quello è proprio la California, però non lo so, ci devo pensare bene, da quelle parti non è mica come qui che è tutto fermo e immobile da 50 anni e se fai una stronzata nessuno ti può fare nulla, perché lì c'è la mobilità sociale, lì oggi sei un Presidente e domani sei un Pezzente, perché lì è una giungla tipo Mors Tua Vita Mea e ti possono succedere cose che qui neanche ti sogni.
Per esempio in California ti può pure succedere di candidarti come Governatore e avere tutti quei bei cartelli sorridenti in giro per lo Stato e poi finire eletto Ri-Governatore e ritrovarti con tutti i piatti della California da rigovernare.
Non so se mi spiego. E quanti piatti da rigovernare ci sono in California?!
(A sinistra: Governatore. A destra: Ri-Governatore.)

Saturday 5 June 2010

Le mie braccia rubate all'agricoltura

Caro Diario,
la chiacchierata con Andrea mi ha fatto venire dei pensieri molto spiacevoli sulla Realtà, e non certo per colpa di Andrea (che è simpatico come pochi simpatici al mondo) ma a causa della Realtà (che ha problemi di eccessivo realismo).
In pratica ho capito che l’architettura è in crisi e che le archistar hanno i giorni contati, per il semplice motivo che ormai non c’è più posto dove mettere uno spillo da nessunissima parte, cioè né in città né tanto meno in campagna, perché tutto quanto quel che ci circonda è affetto da una malattia tremenda che si chiama Saturazione, per cui più che costruire bisogna abbattere, visto che ormai la cosa più preziosa di tutte è Lo Spazio e un giorno i nostri pronipoti andranno a vedere i campi vuoti (là dove saranno rimasti) così come noi oggi sgomitiamo per vedere Torri Pendenti e Uffizi vari.
Il dramma è che il discorso della Saturazione non vale solo per l’architettura, ma anche per tutto il resto e cioè anche per la tivù, i giornali, l'arte, la musica, i libri, la radio, la rete e tutto quel che può venire in mente, perché ormai è già venuto in mente ogni cosa che poteva venire in mente, e così alla fine salta fuori che per colpa della Saturazione dovrei smetterla di voler fare cose tipo l'ennesimo protagonista dell'ennesimo fumetto cartoon spot ap o ditemi voi.
Con tutta la Saturazione che c'è sarebbe meglio che mi dedicassi a qualcosa di più utile e sostanzioso, qualcosa che aiuti la Depurazione dalle tossine, come ad esempio la coltivazione dei carciofi.
In fondo di carciofi c’è sempre bisogno, di un'altra Superstar no.

(A sinistra: megalopoli ad alto tasso di Saturazione. A destra: campo di carciofi nell'esercizio delle sue funzioni depurative.)

Friday 4 June 2010

Andrea nel girone delle Archistar

Caro Diario,

mi sa proprio che ho avuto un’idea quasi geniale.
Senti un po' qua, ho chiesto ad Andrea (che sarebbe il mio amico architetto) se può presentarmi Renzo Piano e Max Fuksas perché Andrea ha lavorato gomito-a-gomito con entrambi e questi entrambi non sono entrambi qualunque, visto che sono l’Apice Assoluto Architettonico (AAA), magari non del mondo intero, ma senza dubbio de noantri.
Sì, è vero, lo so che Piano e Fuksas non dirigono riviste né si occupano di cose tipo blockbuster però Piano e Fuksas sono archistar e le archistar fanno e disfanno come gli pare, e i committenti sono sempre molto felici di sganciare il grano per delle robe come auditorium o grattacieli o nuovi poli fieristici, e comunque un auditorium a forma di Zibibì non è stato ancora fatto e potrebbe essere un colpo di genio di quelli che ti sbattono al volo nelle storie dell'arte di tutto il mondo.
Allora Andrea mi ha dato grande soddisfazione perché ha riconosciuto che l'auditorium a forma di Zibibì  sarebbe davvero una cosa mai vista, ma poi ha cominciato a fare delle questioni di lana caprina e storie anche di tipo estetico e più andava avanti e più aumentavano i MA, tanto è vero che alla fine non sono rimasti altro che i MA e io alla fine non ho retto e sono scoppiato a piangere tipo fontanone e allora Andrea si è impietosito e mi detto: "Tranquillo, lo sai che se vuoi ho sempre un posto da stagista in sala plastici tenuto in serbo per te."
(A sinistra: Andrea e un suo collaboratore controllano il plastico del Grattacielo Ferro-da-Stiro. A destra: scorcio del Girone delle Archistar che si trova a Taipei.)

Wednesday 2 June 2010

Valentina e il Futuro Animato

Caro Diario,
ho chiamato Valentina perché Valentina fa la montatrice e io ho proprio bisogno di qualcuno che mi monti la testa come si deve.
Così le ho detto che sto cercando un posto al sole nello Stardom, e le ho anche detto che qualcosa non funziona nella mia ricerca perché nonostante l'impegno sono ancora 3mendamente nell'Ombra.
Allora Valentina mi ha spiegato che il problema è di grandissima semplicità: sono un Fumetto Immobile e per uscire dal cono d'ombra (prodotto dall'Immobilità) devo fare il Grande Salto Evoluzionistico, cioè trasformarmi in un Cartone Animato, perché ormai le immagini ferme sono come le immagini ferme all'800, una gran barba e nessuno si diverte più a fare cose tipo andare al Museo delle Cere a vedere i manichini fermi come stoccafissi.
Be', messa giù così, devo ammettere che sta storia dei cartoni animati è molto eccitante, però mi risulta che fare il protagonista dei cartoni animati sia una fatica pazzesca perché ci vuole il fisico e solo per strizzare un occhiolino due secondi e mezzo servono almeno 5 milioni di disegni uno uguale all'altro fum fum fum in rapida sequenza, e quindi, insomma, mi pare chiaro, la voglia di restare immobili e riposati sale alle stelle.
Purtroppo però non siamo più nelle condizioni di permetterci certi lussi tipo il Riposo e l'Immobilità, specie da quando abbiamo alle costole la concorrenza cinese più quella indiana più quella vietnamita, più un sacco di altre concorrenze che non vedono l'ora di prenderci e metterci nel sacco.
Quindi anche se il mio istinto dice "Fatti un bel sonno" devo buttar giù sto calice amaro della competizione e buttarmi nella mischia dove tutto è Movimento, come avevano predetto i Futuristi.
(Da sinistra a destra: dinamismo di Valentina, dinamismo di Museo delle Cere e dinamismo di quadro futurista.)