Caro Diario,
finalmente sono arrivato dove volevo arrivare, ossia in Alta Tuscia.
Mi ha dato l'ispirazione il mio amico Alex perché lui è partito per il New Messico in cerca di molte risposte e di almeno un New Messìa mentre io ho scelto il ritiro spirituale nei boschi fra Acquapendente e Orvieto dove brancolano bande di boy-scout e ghenghe di cacciatori e dove si aggirano in cerca di pace alcuni animali in via di estensione tipo caprioli e cinghiali nonché svariati dèi etruschi.
Ecco, magari uno potrebbe chiedere: "Cosa vai cercando da caprioli e cinghiali quando potevi startene a Parma nel cuore della Civiltà Occidentale a curare le public relations che tirano l'acqua al tuo mulino?"
Oppure, qualcun altro potrebbe domandare: "Perché hai buttato alle ortiche i disagevoli agi della vita all-conforts per fare tipo l'eremita e parlare con gli elementi e con gli dèi etruschi più chiacchieroni?"
Be', ognuno può stupirsi e meravigliarsi e fare "Ooooh" quanto vuole, ma in fondo quello che cerco è una cosa che se la trovo non è di danno per nessuno, perché quello che cerco non è oro o petrolio o ebano nella foresta pluviale, perché in fondo mi basta un segnale, un cenno qualsiasi, anche solo una strizzatina d'occhio che mi rassicuri sul fatto che un giorno il mondo si salverà e gli alberi avranno vinto la loro battaglia contro i palazzi, e io avrò trovato il modo di saltarci fuori pur restando dentro le mie convinzioni più convincenti, perché in fondo gira-che-ti-rigira sto cercando una cosa che mi sa proprio che si può chiamare in tanti modi ma è più chiaro a tutti se la si chiama semplicemente Amore.
(Da sinistra verso destra: Veltha, Fufluns e l'Amor che mòve il sol e l'altre stelle.)